La Svizzera, pur non essendo membro dell’Unione Europea (UE), intrattiene intensi rapporti commerciali con i paesi membri e con il resto del mondo. Questo rende cruciale comprendere il funzionamento dell’IVA nelle transazioni internazionali.
Quando beni o servizi vengono importati in Svizzera, l’IVA è generalmente dovuta. L’importatore è responsabile del pagamento dell’imposta, calcolata sul valore della merce inclusi costi di trasporto, dogana e assicurazione. Tuttavia, le imprese registrate per l’IVA possono detrarre questa imposta come IVA a monte.
Le esportazioni di beni e servizi sono generalmente esenti da IVA, conformemente al principio della tassazione nel paese di destinazione. Questo significa che le imprese svizzere non applicano l’IVA sulle vendite internazionali, rendendo i loro prodotti competitivi sui mercati esteri.
I servizi resi a clienti esteri sono generalmente esenti da IVA svizzera, a condizione che il luogo di prestazione sia al di fuori del territorio svizzero. Tuttavia, vi sono eccezioni per servizi specifici, come quelli immobiliari, che seguono regole diverse.
Nonostante la Svizzera non faccia parte dell’UE, le transazioni con i paesi membri seguono regole simili a quelle applicate all’interno dell’Unione. Le merci importate sono soggette all’IVA svizzera, mentre quelle esportate sono esenti. La collaborazione doganale facilita lo scambio di informazioni e riduce le barriere burocratiche.
Gestire l’IVA nelle transazioni internazionali può essere complesso. Le imprese devono:
Il sistema IVA svizzero è progettato per essere equo e trasparente, anche nei rapporti con l’estero. La sua struttura favorisce le imprese esportatrici e assicura che le importazioni siano tassate equamente. Tuttavia, la complessità delle normative internazionali richiede una gestione attenta e una consulenza specializzata per evitare errori e sanzioni.